MERCATONE UNO

La chiusura improvvisa dei punti vendita di Mercatone Uno ha provocato seri danni a moltissimi clienti che hanno versato l’intero corrispettivo ovvero degli acconti ovvero ancora hanno acceso dei finanziamenti, per l’acquisto di merce presso i punti vendita di Mercatone Uno.

Il consiglio per coloro che hanno versato acconti ovvero hanno acceso un finanziamento è di inviare una comunicazione tramite Pec agli organi del fallimento ovvero alla società che ha concesso il finanziamento, nella quale il cliente dà preavviso della sospensione del pagamento di ulteriori acconti ex art. 1460 c.c. ovvero delle rate del finanziamento in base all’art. 125 quinquies del TUB.

Coloro che invece hanno pagato interamente la merce dovranno inviare una Pec agli organi del fallimento per la richiesta della consegna della medesima e in subordine per la restituzione della somma versata (in questo caso potrebbe accadere che il fallimento non sia in grado di provvedere alla restituzione).

Le comunicazioni devono essere inviate agli organi del fallimento; inutile inviarle direttamente alla società fallita.

L’Unione Bergamasca Consumatori è a disposizione di chiunque abbia bisogno di una consulenza in merito alle procedure sopra esposte.

Nuove banconote da 100 e 200 euro

dal 28 maggio 2019 saranno immessi in circolazione nuovi biglietti da 100 e 200 euro che completano la serie Europa.

Vi informiamo che è disponibile presso la Camera di Commercio di Bergamo il materiale informativo fornito dalla Banca d’Italia su come verificare l’autenticità delle nuove banconote della serie Europa.

Il materiale, disponibile in grandi numeri solo su prenotazione all’indirizzo email urp@bg.camcom.it, illustra quali sono gli elementi da controllare per assicurarsi che siano valide e non contraffatte.

Le nuove banconote, infatti, sono state create con lo scopo di essere sempre più difficili da falsificare ed hanno caratteristiche di sicurezza avanzate, tutte da scoprire sulla brochure informativa.

Diamanti: depositate le perizie

Comunichiamo che , sono state depositate al Tribunale di Bergamo dal Consulente Tecnico d’ Ufficio, le perizie sui tre ricorsi presentati, al fine di quantificare il “reale valore dei diamanti”.

Ebbene queste perizie attestano in modo inconfutabile che detto valore varia tra il 23% ed il 28% del prezzo di acquisto a suo tempo versato.

Problemi con il fondo Obelisco di Poste Italiane

 

Da circa un anno è emersa una nuova vicenda che vede coinvolte Poste Italiane S.p.a.; ci riferiamo alle vicende del Fondo Immobiliare “Obelisco” le cui quote hanno subito una drastica riduzione del proprio valore.

Le quote di valore iniziale pari a € 2.500,00 valgono ora circa € 48,00.

Il Fondo Immobiliare “Obelisco” è stato istituito nell’anno 2005 da Investire Immobiliare SGR come fondo comune di investimento immobiliare alimentato mediante sottoscrizione delle quote in denaro collocate, presso il pubblico dei risparmiatori, da Poste Italiane S.p.A. 

L’investimento, caratterizzato da un rischio medio-alto,  è stato illustrato come qualcosa di sicuro ed adatto anche a pensionati e soggetti che avevano investito in titoli molto più sicuri , quali buoni fruttiferi postali (anche se sui buoni postali è emerso un altro grande scandalo di Poste Italiane) o libretti di risparmio.

Invece si trattava di un investimento in un fondo chiuso, cioè di un fondo le cui quote non possono essere rivendute al gestore del fondo,  ma a un soggetto terzo,  interessato alle quote medesime; è evidente il pericolo  a cui può andare incontro il possessore delle quote nel caso di crisi del mercato in cui opera il fondo (nel caso del Fondo Obelisco il mercato immobiliare).

Le quote del Fondo Obelisco nel corso di questi anni hanno perso circa l’80% del loro valore iniziale.

Poste Italiane S.p.a. non ha avvisato i risparmiatori dei rischi insiti nel Fondo Obelisco,  primo tra tutti , l’impossibilità per il possessore delle quote di disfarsene prima della naturale scadenza.

DOMANDA RESTITUZIONE DIAMANTI: UBC VI AIUTA A PRESENTARLA.

Il curatore del fallimento della società Intermarket Diamon Business S.p.a. (IDB) contattato dall’Unione Bergamasca Consumatori, ha indicato le modalità per la richiesta di restituzione dei diamanti.

Il curatore del fallimento ha precisato che la domanda di restituzione dovrà  essere depositata unicamente tramite pec (posta certificata e non invece  e.mail semplice).

Escluso il deposito a mano ovvero la spedizione tramite posta.

Il modulo da compilare per la domanda di restituzione è stato fornito dal curatore.

Unione Bergamasca Consumatori, tramite i propri avvocati si rende disponibile a predisporre e presentare alla procedura fallimentare detta domanda con invio della medesima tramite posta certificata.”.

 

SOS Diamanti: fallimento Intermarket Diamond Business S.p.a.

Il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento della società Intermarket Diamond Business S.p.a. (IDB) con la sentenza n. 43/2019 del 15 gennaio 2019.

Tutti coloro che hanno acquistato i  diamanti di investimento e li hanno lasciati in deposito presso IDB non possono più richiedere la restituzione delle pietre attraverso la filiale della banca, bensì devono presentare una istanza alla procedura fallimentare entro il giorno 08 marzo 2019.

Unione Bergamasca Consumatori ha sempre consigliato di richiedere a IDB la restituzione delle pietre e quindi ribadisce questo indirizzo.

Unione Bergamasca Consumatori, tramite i propri avvocati si rende disponibile a predisporre e presentare alla procedura fallimentare detta domanda.”.

Carta di credito clonata: 10 consigli per non farsi truffare

Per quanto possano essere considerati “sicuri”, i pagamenti con carta di credito e bancomat rimangono esposti a rischi, e ciò vale sia se si fanno acquisti on line sia se si fa la spesa al supermercato o si compra un prodotto in un negozio. Gli episodi di carte clonate purtroppo sono diffusissimi e le precauzioni basilari da seguire, come ad esempio stare attenti a non essere osservati quando si fa un prelievo allo sportello della propria banca, non sono sufficienti.

Ecco dieci consigli utili per evitare di incappare in questo genere di truffa e “limitare i danni” se si è già stati truffati.

1) Fare attenzione quando si fa un prelievo

Quando si fa un prelievo di contanti allo sportello occorre fare attenzione a non essere osservati e a coprire la tastiera quando si digita il codice PIN della carta. Ma non solo. È infatti consigliabile accertarsi che sullo sportello non siano collocati skimmer – ossia dei piccoli dispositivi elettronici che vengono inseriti nei bancomat per clonare le carte di pagamento e rubare i dati del codice segreto – e che nei pressi dello sportello non siano installate micro-telecamere. Inoltre, è bene stracciare la ricevuta del prelievo prima di buttarla nel cestino poiché vi sono riportati due dati sensibili, vale a dire il numero della carta di credito e la sua data di scadenza. Infine, è importante non conservare il PIN insieme alla carta di credito.

2) Controllare periodicamente l’estratto conto

La clonazione della carta di credito e del bancomat è un fenomeno molto insidioso perché solitamente il titolare della carta non si accorge immediatamente di aver subito una truffa. Per questo motivo occorre predisporre un controllo periodico dei movimenti e attivare servizi di notifica sms per ogni operazione, in modo da poter prendere subito precauzioni in caso di operazioni anomale.

3) Conservare gli scontrini di prelievi e pagamenti

Può essere utile conservare le ricevute per controllare l’estratto conto e riconoscere più agevolmente spese sospette.

4) Bloccare la carta di credito

Se guardando l’estratto conto si visualizza una transazione “sospetta” o della quale non ci si ricorda, la prima cosa da fare è bloccare la carta. Solo così si potranno evitare ulteriori addebiti. Per effettuare il blocco occorre chiamare il numero di telefono preposto della banca o dell’istituto che ha emesso la carta. Solitamente, si tratta di un numero verde di emergenza disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Se questo numero non è stato registrato nella rubrica del cellulare, lo si può cercare su Internet cliccando poche parole chiave, come “numero verde” e “bloccare carta di credito” oltre al nome della banca.

5) Presentare la denuncia ai carabinieri o alla polizia

Dopo aver bloccato la carta di credito, la seconda cosa da fare è sporgere denuncia presso la più vicina stazione dei carabinieri o della polizia. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché saranno le autorità a fornire la copia della denuncia che poi l’utente truffato dovrà allegare alla documentazione necessaria per chiedere alla sua banca il rimborso della cifra che gli è stata sottratta illecitamente­.

6) Quando si ha diritto a chiedere il rimborso?

L’utente a cui è stata clonata la carta ha diritto a chiedere il rimborso alla sua banca (o al circuito della carta di credito) e a ottenere la restituzione della cifra che gli è stata sottratta, ma solo a tre condizioni: deve aver custodito con attenzione la carta che gli è stata clonata; deve aver bloccato la carta appena ha notato transazioni sospette sull’estratto conto; se ricevuta dalla sua banca notifica via sms di una transazione, ha provveduto a contestarla immediatamente.

7) Come si presenta la domanda di rimborso?

La domanda di rimborso, corredata dalla copia della denuncia presentata ai carabinieri o alla polizia, da copia dell’estratto conto e da copia fronte e retro della carta clonata tagliata in due, dovrà essere inviata entro sessanta giorni dal furto alla propria banca (o al circuito emittente la carta di credito) con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. La banca (o il circuito della carta di credito) sono obbligati alla restituzione della cifra non autorizzata. Nel caso in cui la banca disponga di una copertura assicurativa, è più facile ottenere la restituzione del denaro, ma anche in caso contrario e di fronte al rifiuto della banca si consiglia di insistere nella richiesta, eventualmente coinvolgendo la nostra organizzazione. Per i consumatori che avessero bisogno di assistenza nel contenzioso con la banca e l’attivazione della pratica di rimborso, possono rivolgersi ai nostri esperti, attraverso lo sportello Banche sul nostro sito.

8) Più tutele con la nuova normativa UE

Dal 13 gennaio 2018, con l’entrata in vigore di una nuova normativa europea che pone fine ai sovraprezzi sui pagamenti con carta di credito, bancomat e bonifici, i consumatori dei Paesi membri sono maggiormente tutelati nel caso di frode, furto, clonazione o smarrimento della carta e acquisto non autorizzato. Fino ad oggi il possessore della carta rubata o clonata veniva considerato responsabile dei primi 150 euro spesi in operazioni da lui non riconosciute ed effettuate prima della sua denuncia. Dal 13 gennaio 2018 la franchigia è di 50 euro. Per gli acquisti on line, la responsabilità è invece zero se la banca non ha richiesto un controllo di identità.

9) Acquisti on line: le precauzioni da seguire

Quando si fanno acquisti su Internet, occorre sempre verificare l’attendibilità dei siti di e-commerce e dei venditori (leggendo le recensioni pubblicate dagli utenti) e accertarsi che questi siti utilizzino il protocollo HTTPS (HyperText Transfer Protocol over Secure Socket Layer) riconoscibile dalla presenza di un lucchetto serrato nella barra degli indirizzi del browser usato. Gli acquisti vanno fatti usando dispositivi considerati sicuri e reti Wi-Fi non pubbliche ma private. È preferibile pagare con carta di credito o paypal e non comunicare mai i riferimenti o altri dati personali per email. Inoltre, è bene diffidare dalle email sospette, come quelle che chiedono di reimpostare la password d’accesso ai servizi di home banking o ai social network (si tratta del fenomeno molto diffuso del phishing).

10) Acquisti nei negozi: come comportarsi

Nel caso in cui si effettua un acquisto in un negozio con carta, è bene recarsi sempre personalmente alla cassa, evitando dunque di demandare il compito a uno sconosciuto (ad esempio un cameriere se si è al ristorante o l’addetto alla pompa di benzina se si sta facendo rifornimento di carburante). È inoltre consigliabile utilizzare sia carte prepagate (ad esempio HYPE, PostePay o PayPal) che non sono collegate a un conto corrente, sia sistemi di pagamento smart che utilizzano la tecnologia NFC, un sistema che permette di usare lo smartphone per effettuare pagamenti con carta di credito.

SE HAI BISOGNO DEL NOSTRO AIUTO, SCRIVICI ALLO SPORTELLO BANCHE

DIAMANTI : TAR DEL LAZIO OK SANZIONI ANTITRUST DA 12,3 MIL A BANCHE E INTERMEDIARI

l Tar Lazio, con 5 sentenze depositate il 14 novembre (nn. 10965-10969), ha confermato 12,3 mln di sanzioni irrogate nell’ottobre 2017 dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato a banche e intermediari per due pratiche commerciali scorrette. Nel mirino  dell’Antitrust erano finite la «prospettazione omissiva e ingannevole» ai consumatori di alcune caratteristiche «dell’investimento in diamanti», nonché l’«aggravamento delle condizioni per il diritto di recesso».

Respinti dunque i ricorsi di Diamond  Private Investment e Intermarket Diamond Business, sanzionate rispettivamente per uno e due milioni di euro per entrambe le condotte.

BOCCIATI ANCHE I RICORSI DI UNICREDIT, 4 MILIONI, BANCO BPM, 3,35 MILIONI, MONTE PASCHI SIENA, DUE MILIONI, PER LA DIFFUSIONE DI MATERIALE PROMOZIONALE.

Il tribunale insiste poi sul ruolo attivo dei funzionari nella vendita dei diamanti presso i risparmiatori, così rafforzando nel cliente l’idea che la  “banca fosse il suo interlocutore”. Di estremo rilievo, prosegue la decisione, è il contenuto dei reclami, dai quali “appare chiara l’attività di promozione e consiglio svolta dai funzionari” nell’acquisto “previa prospettazione dei vantaggi”.